venerdì 3 febbraio 2012

Quello che pensavo... in un battito.

Uno scrittore scrive, spesso di notte.
Uno scrittore è un anima in pena, sensibile e strana, lontana dal mondo reale, spesso incompresa, spesso impaurita, spesso completamente sola.
La vita scorre intorno senza scalfirlo veramente, l’esperienza è soltanto uno stile di scrittura, gli affetti un mucchio di frasi sconnesse che debbono essere organizzate, lavorate, che a volte intasano la mente senza senso, senza ordine alcuno.
Il tempo rimane fermo a lungo, poi riprende vertiginosamente a scorrere al battito di un cuore che si entusiasma per un solo sorriso, o per nulla forse.
La mente prende a scegliere i momenti e le parole, le idee si scontrano con i giganti della notte, i rumori a volte spezzano il ritmo di un flusso di pensieri che prendono forma e vita e risaltano sulle pagine bianche, altre volte aiutano a dare corpo ad una storia. Allora la pioggia battente sembra musica, la penna diventa melodia e non c’è misura che spieghi o quantizzi la soddisfazione di rileggere se stessi a nudo, senza regole né rimpianti.
Lo scrittore sogna solo ad occhi aperti; le filosofie di popoli antichi si risvegliano ondeggiando fra le immagini reali fotografate in un giorno qualunque e l’istinto di guardare oltre e dentro quegli spaccati di vita.
Così la banalità diviene grandiosamente raffigurata, scalfita per sempre come un geroglifico, le verità nascoste a volte vengono alla luce su rocce impermeabili, la coscienza si alleggerisce fino a quando non si intravede più la differenza tra bene e male e rimane solo la crudezza di eterni sogni senza data, che non nascono e non muoiono ma restano indelebili.
Lo scrittore non ha identità, né fama, né orgoglio; è una spugna che assorbe nel più profondo dei mari, sconosciuto e senza ignoranza, compreso in un fazzoletto di terra che non lo può contenere, invaso e martoriato dalla mediocrità mondana, reduce di scoperte sempre più estenuanti e seducenti, succube solo di ciò che trasmette sui fogli, inchiostro e strumento, gioia, arma e balzello di se stesso.

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